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EVOLUZIONE DEL CHIANTI CLASSICO

2/24/2014

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Scritto da Roberto Stucchi, Badia a Coltibuono, Gaiole in Chianti, già pubblicato sul blog dobianchi
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Roberto Stucchi
Credo che i tempi siano maturi perché il Chianti Classico evolva verso il suo naturale futuro,  ovvero la rivalutazione di tutta la zona e dei suoi vini attraverso la valorizzazione delle sue parti e dei suoi territori, con le proprie identità e differenze. Penso che questa sia una convinzione condivisa da molti, dentro e fuori il Consorzio.

La mia idea di denominazione vedrebbe, nella piramide qualitativa del Chianti Classico, alla base, il prodotto di annata come nell’attuale disciplinare, e al di sopra, il Chianti Classico con la menzione comunale. Il gradino successivo dovrebbe essere la definizione di vere e proprie sottozone,  più restrittive rispetto al comune, come alcuni produttori già fanno, menzionando in etichetta i singoli vigneti o le frazioni comunali. I dettagli possono essere molteplici, questo è solo un esempio di come si potrebbe fare, ma credo che la valorizzazione del Chianti Classico non possa che passare per un processo che renda più leggibile e interessante il territorio nelle sue varie sfaccettature.

Questa nuova strutturazione della denominazione porterebbe ad una valorizzazione di tutta l’area del Chianti Classico. Così le diverse espressioni territoriali e varietali verrebbero messe in evidenza, non perché una superiore all'altra, ma perché diverse. Oggi in tutti i comuni del Chianti Classico ci sono aziende e vini di grande livello e prestigio, quindi la preoccupazione di chi pensa che alcuni comuni verrebbero percepiti come inferiori ad altri è ingiustificata. La zona del Chianti Classico non produrrebbe più un solo vino, ma molti e diversi, chiaramente identificati. Non sarebbe più un unico territorio, ma (come in realtà lo è da tempo) l'unione di molti territori simili ma diversi, accomunati da una storia condivisa quasi centenaria. Unità nella diversità: un modo per rendere il Chianti Classico di nuovo interessante sul mercato e per la stampa. Il rilancio della nostra denominazione passerebbe per la riscoperta di un territorio che è insieme uno dei più antichi ma anche dei più moderni e innovativi. E con un rilancio del genere la differenza con il Chianti tornerebbe ad essere forte ed evidente a tutti.

Riguardo alle posizioni di chi enfatizza le differenze di interessi tra le varie categorie di produttori, il mio pensiero è il seguente: è indubbio che  le differenze esistono, ma credo che sia importante cercare di trovare un terreno comune su cui confrontarsi e sviluppare proposte che uniscano. Una denominazione più forte, con una storia vera e interessante da raccontare, che parli  davvero di territorio, avvantaggia tutti;  poi ognuno potrà perseguire i propri interessi, ma in un contesto migliore. Un mercato dello sfuso, che grazie ad un processo di zonazione si stratificherebbe anche nei valori, permetterebbe a chi produce di avere un incentivo maggiore alla qualità, e a chi acquista per imbottigliare di pagare a seconda della qualità, dando un forte impulso al miglioramento di tutti i vini della zona.

Questa è la mia idea di zonazione: rappresentare il Chianti Classico non più come una un territorio unico, ma come un mosaico di vari comuni, a loro volta mosaico di sottozone distinte, storicamente e geograficamente definite. Importante è poter raccontare le diversità, valorizzandole tutte in quanto identità distinte. Un percorso di questo tipo dovrebbe essere fin dall’inizio condiviso all’esterno, coinvolgendo tutti coloro che sono interessati al futuro del Chianti Classico: giornalisti, esperti, mercanti, ristoratori e appassionati. La qualità dei vini della zona non è mai stata così alta come in questo momento; le caratteristiche che rendono unici i nostri vini, cioè la loro eleganza, complessità, complementarietà alla buona cucina, e l’estrema varietà di espressioni territorialmente distinte, sono oggi sempre più apprezzate da un vasto pubblico di appassionati che sta evolvendo e maturando gusti più personali e articolati. E’ il giusto momento per un vero rilancio del Chianti Classico, o meglio dei vini Chianti Classico!

THE EVOLUTION OF CHIANTI CLASSICO

Written by Roberto Stucchi, Badia a Coltibuono, Gaiole in Chianti, previously posted on dobianchi blog
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Roberto Stucchi
The time has arrived for Chianti Classico to evolve towards it’s natural future, by recognizing, describing, and communicating (and possibly regulating) the local comunal and village appellations that compose this beautiful territory. This zone is too large and diverse to remain locked in the current docg regulations which make no distinction between the extremely diverse expressions of Sangiovese in its original territory.

The first natural level of evolution above the simple “Chianti Classico” appellation would be naming the Comune of origin of the grapes for wines that truly represent their territory.  The 9 Comuni of Chianti Classico: Castelnuovo Berardenga, Gaiole, Radda, Castellina, Greve, San Casciano, Tavernelle, Barberino and Poggibonsi would clearly establish a link between the wine and it’s actual territory of origin. Today someone vacationing in Gaiole might return home and buy a Chianti, wrongly believing it’s wine produced in the land he visited; with clearly defined communal appellations this wouldn’t be the case.

The next step would be to define the village appellations, the smaller zones that are distinctive and that would clearly define some of the top wines in the appellation. So we could have Panzano, Monti, Lamole, as possible zones as well as the many others that have a common geography and history; this process of defining the subzone identities would take time and would help in the process of narrating the multiple identities of this extremely varied territory. Few wine regions are as complex and diverse as the Chianti Classico zone, by way of soils, microclimates, and altitudes. Sangiovese amplifies these differences, and the 130 complementary traditional varieties and the use of international ones now allowed further increase the diversities of expressions. It’s time to give names to this galaxy of wines, starting from naming the specific area that the grapes come from. To be clear, this wouldn’t in any way remove the name Chianti Classico which is and will remain the name of our zone, it is a way to strengthen the name by giving it depth and meaning.

There are a lot of aspects to this, details that would need to be discussed and decided upon, and of course any change of this type would require time, effort, and willingness to work together between all the producers, wether large or small. However what’s at stake is a better future for our appellation which is after all one of the oldest, if not the oldest in the world (1716). This type of appellation wouldn’t cancel the current definitions of Classico, Riserva, Gran Selezione; it would just give the right emphasis to one of the aspects that matters the most: the origin of the grapes, giving a key to unlock and understand (and ultimately enjoy) the incredible diversity of this most elegant, food-friendly and age-worthy wine made from the divine varietal, Sangiovese. (named after the king of the latin gods, Giove)
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     "...wine, the flavor of which depends so closely upon the place where it is grown that to name the place is to describe the wine."  - Waverley Root, The Food of France
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    Inside Chianti Classico

    -the definitive resource for the promotion of sub-zones within the Chianti Classico region.

    -la risorsa definitiva per la promozione delle sotto-zone nella regione del Chianti Classico.

    Curators
    Michael Schmelzer
    Panzano in Chianti (IT)


    Collaborators -
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The historical area of Chianti Classico is made of nine zones and multiple sub-zones which cover over 70,000 hectares of territory of which 10,000 hectares are planted to vine. The purpose of creating this site is to have a destination dedicated to promoting the regional identities of each separate and unique sub-zone. This will strengthen the denomination as a whole, stimulate interest in learning and appreciating the differences among the particular sub-regions, as in Burgundy or in the Comunes of Barolo and Barbaresco. There will be more debate, and more meaningful research into what makes each region individual, and perhaps this will eventually inspire individual producers to embrace the wine styles that support the strengths of their individual sub-region.

L'area storica del Chianti Classico comprende nove comuni e diverse sotto-zone, coprendo oltre 70.000 ettari del territorio di cui 10.000 ettari sono superficie vitate. L'inziativa della creazione di questo sito è quella di stabilire una destinazione dedicata a promuovere le identità regionali di ciascuna sottozona distinta e unica. Questo rafforzerà la denominazione, stimolarerà l'interesse e apprezzarerà le differenze tra le particolari sub-regioni, come in Borgogna o nei comuni di Barolo e Barbaresco. Ci sarà più dibattito e più ricerca sul carattere di ogni regione, e forse finirà per dare una spinta ai produttori ad abbracciare uno stile di vino che supporta i punti di forza della loro sub-regione individuale.