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Percarlo nel Chianti Classico e la nuovo rivoluzione

2/11/2014

2 Comments

 
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foto da nonsolovino
Scritto da Luca Martini, San Giusto a Rentennano - Gaiole in Chianti
Creare sottozone nel Chianti Classico sarebbe molto positivo, uno stimolo all’interesse verso questa denominazione e uno strumento per comunicare le diverse anime di questo territorio dalle potenzialità probabilmente sottovalutate.

Luigi Veronelli, molti anni addietro, già sosteneva la costituzione del le Denominazioni Comunali (De.Co.)
Chiaro che una classificazione alla francese è oggi poco proponibile e andrebbe ad intaccare valori fondiari. Quindi non categorie di 1°, 2° o 3° ma sottozone basate sulle diverse e non per questo più o meno buone, caratteristiche pedoclimatiche, punto questo che ha causato non pochi equivoci .

Al momento mi trovo abbastanza lontano dall’idea di rientrare nel Chianti Classico con il vino Percarlo, per molte ragioni ma una è senza dubbio che non si indica “quale Chianti Classico “e se la recente “Gran Selezione” (nome e parametri qualitativi a parte!) fosse stata legata al territorio zona per zona, non sarebbe quella che a me pare una scatola vuota.

In questo senso se mai riusciremo a portare avanti un lavoro serio sulle sottozone mi piacerebbe arrivare ad un “Gaiole in Chianti” a sua volta diviso in 3-4 realtà. Fermarsi ai comuni sarebbe un mezzo passo, più formale che di sostanza.
Se passiamo da San Giusto a Castello di Ama o a Riecine, realizziamo che pur ricadendo nel medesimo comune sono proprio mondi completamente diversi e la stessa cosa credo si possa dire per Greve in Chianti e le varie zone, Panzano, Lamole,Ruffoli così per Radda,Castellina ecc.

L’epoca della nascita dei Vini da Tavola(anni 1970/80) fu un pò una rivoluzione da parte di produttori che con lungimiranza puntarono sul puro Sangiovese che il disciplinare del Consorzio vietava.(questo non dimentichiamolo). Oggi c’è bisogno di un’altra rivoluzione, deve partire dai produttori e le sottozone sono un bel tema su cui confrontarsi con le solite correnti interne il consorzio che mirano alla standardizzazione come politica commerciale, tutto tanto, troppo lontano dalla nostra viticoltura.


Percarlo within Chianti Classico and the new revolution

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photo from nonsolovino
written by Luca Martini, San Giusto a Rentennano - Gaiole in Chianti
The creation of sub-zones in the Chianti Classico would be very positive; something that would stimulate interest in this denomination and act as a tool to communicate the different realities that exist within this territory, some of which have likely been underestimated.

Already many years ago, Luigi Veronelli supported the establishment of the Municipal Designations (De.Co.).
Clearly a French classification would not feasible today and it would contribute to eroding land values​​. Let us not create hierarchical categories (1st, 2nd or 3rd classes) either and say some are better than others, but base the sub-zones on geological and climatic characteristics, which in the past have caused much misunderstanding.

At the moment there are many reasons which make the idea of returning Percarlo to Chianti Classico a distant thought for me. One reason, without a doubt, is that we cannot specify "which Chianti Classico" it is from. If the Consorzio's "Gran Selezione" 
(name and quality parameters not to mention!) had been linked to territory, area by area, then maybe it wouldn't be the empty box that it seems to me.

If we ever manage to take some meaningful steps in the creation of sub-zones, I would like to see "Gaiole in Chianti" be further divided into 3-4 sub-zones. Stoping at Municipal Designations (Comuni) would be half-step, a token gesture. As we look from San Giusto to Castello di Ama to Riecine, we quickly realize that despite that they are falling within the same municipal lines, these make up completely different realities. I think the same thing can be said for Greve in Chianti and it's various sub-zones: Panzano, Lamole and Ruffoli, as well as for Radda, Castellina, and so on.


The era, which lead to the birth of the [supertuscan] table wines (1970/80), was a bit revolutionary. The producers, in their foresight, pushed forward the idea of pure Sangiovese, something, which let us not forget, was prohibited by the guidelines of the Consorzio at the time. Now we need another revolution, which once again must be initiated by the producers. The sub-zones are a good topic to start confronting the usual internal movements within the Consorzio, whose commercial interests supports standardization, all in all, both of which are too detached from our viticulture.

2 Comments
Michele Braganti
2/17/2014 01:18:36 am

come non essere d'accordo su ogni singola parola.....Luca Martini, produttore,illuminato e gentiluomo una delle colonne di questo nostro,ahime', confuso Chianti Classico.....le ultime scelte fatte dal consorzio sono li a dimostrarlo.

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Paolo Cianferoni link
2/17/2014 04:01:33 am

La lentezza. La lentezza decisionale del consorzio è un incubo. E' talmente ormai evidente che la direzione è questa, siamo noi produttori a chiederlo ma anche il mercato, che non vedo perché si continui a far finta che non esiste questa istanza. Ma perché il consorzio nella qualità del Consiglio di Amministrazione deve muoversi peggio di un bradipo? Forse perché le posizioni conquistate si difendono con il poco impegno? Oppure perché la vecchiaia tende solo a conservare? Dove sono i giovani nel CdA? Perché se si presentano sono sempre bocciati? Insomma servirebbe vento nuovo... e le menzioni comunali con le sottopone sarebbe vento pulito nuovo, altro che Gran Selezione!

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     "...wine, the flavor of which depends so closely upon the place where it is grown that to name the place is to describe the wine."  - Waverley Root, The Food of France
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    -the definitive resource for the promotion of sub-zones within the Chianti Classico region.

    -la risorsa definitiva per la promozione delle sotto-zone nella regione del Chianti Classico.

    Curators
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The historical area of Chianti Classico is made of nine zones and multiple sub-zones which cover over 70,000 hectares of territory of which 10,000 hectares are planted to vine. The purpose of creating this site is to have a destination dedicated to promoting the regional identities of each separate and unique sub-zone. This will strengthen the denomination as a whole, stimulate interest in learning and appreciating the differences among the particular sub-regions, as in Burgundy or in the Comunes of Barolo and Barbaresco. There will be more debate, and more meaningful research into what makes each region individual, and perhaps this will eventually inspire individual producers to embrace the wine styles that support the strengths of their individual sub-region.

L'area storica del Chianti Classico comprende nove comuni e diverse sotto-zone, coprendo oltre 70.000 ettari del territorio di cui 10.000 ettari sono superficie vitate. L'inziativa della creazione di questo sito è quella di stabilire una destinazione dedicata a promuovere le identità regionali di ciascuna sottozona distinta e unica. Questo rafforzerà la denominazione, stimolarerà l'interesse e apprezzarerà le differenze tra le particolari sub-regioni, come in Borgogna o nei comuni di Barolo e Barbaresco. Ci sarà più dibattito e più ricerca sul carattere di ogni regione, e forse finirà per dare una spinta ai produttori ad abbracciare uno stile di vino che supporta i punti di forza della loro sub-regione individuale.